Gli enzimi sono molecole biologiche con funzione catalitica
a livello cellulare, la loro capacità di rendere più veloci le reazioni è molto
maggiore rispetto ai catalizzatori inorganici, infatti riescono a trasformare
il reagente in prodotto circa 10^7-8 più velocemente di quanto non avvenga in
loro assenza.
Possiamo dividere gli enzimi in due categorie: proteine e
ribozimi. I più comuni sono comunque di origine proteica. Sono classificati in base al tipo di reazione
che catalizzano in sei categorie.
- Ossidoreduttasi: svolgono ruolo catalitico in reazioni di trasferimento di elettroni, anche sotto forma di ioni H- o radicali H.
- Transferasi: reazioni di trasferimento di gruppi.
- Idrolasi: reazioni di idrolisi di legami C=O,C-N,C-C,P-O-P ( in queste reazioni l’acqua è l’accettore del gruppo trasferito).
- Liasi: reazioni di lisi di un substrato che danno luogo alla formazione di un doppio legame
- Isomerasi: reazioni in cui vengono cambiamenti strutturali in una stessa molecola
- Ligasi: reazioni di condensazione di due substrati che richiedono l’energia chimica di molecole di ATP.
L’attività enzimatica si esplica abbassando l’energia di
attivazione della reazione intervenendo sul meccanismo di reazione senza però
prendere parte al fenomeno, infatti al termine della reazione non sono alterati
né fisicamente né chimicamente. Quindi in realtà influenzano la velocità con
cui la reazione giunge all’equilibrio senza modificare l’equilibrio stesso; per
esempio se dalla reazione otteniamo 2 moli in assenza di enzima, le stesse moli
le otterremo in presenza del catalizzatore biologico, in un tempo
significativamente minore.
Altre caratteristiche importanti degli enzimi:
- Presentano elevata specificità (possono essere attivi per un solo substrato o per una famiglia di substrati, ma in genere piccole variazioni della struttura chimica del substrato rende inefficace l’enzima)
- Accelerano specifiche reazioni senza formazione di sottoprodotti
- Funzionano in soluzione acquose diluite in condizioni blande di T e pH.
La ∆G°# rappresenta
l’energia di attivazione e le costanti cinetiche K sono correlate ad essa
tramite l’equazione: K= cost (e^(deltaG°#/RT)) quindi all’aumentare di ∆G°# la K
diminuisce.
In realtà in presenza dell’enzima abbiamo due tappe nel
diagramma: coordinata di reazione-energia.
Infatti la reazione che avviene ha tre fasi:
La convessità in viola esprime il primo “prodotto” della
reazione cioè il complesso enzima substrato, uno stato molto stabile chiamato
stadio intermedio.
Si possono verificare due casi
- Una sola delle tappe è responsabile della velocità con cui la reazione avviene.
- Le tappe hanno costante di equilibrio k simile e quindi entrambe condizionano la velocità della trasformazione.
Noi ci occuperemo del primo caso.
La tappa lenta sarà quella che porta dal complesso enzima
substrato a quello enzima + prodotto, la cui velocità sarà determinante per
tutta la trasformazione S ------> P.
perciò la velocità complessiva della reazione catalizzata dall’enzima deve
essere proporzionale alla concentrazione del complesso ES
V(tappa)=k2[ES]
Michaelis e Menten si occuparono della catalisi enzimatica
sviluppando un equazione che mette in relazione la velocità di una reazione
enzimatica e la concentrazione del substrato.
[s]vmax/(km+[s]) =vo
Gli enzimi che seguono la cinetica di Michaelis e Menten
mostrano una dipendenza della velocità iniziale (v0) dalla [S] di tipo
iperbolico.
Parametro importante dell’equazione è km che indica la concentrazione di substrato
quando l’enzima lavora a ½ vmax. Infatti sostituendo nell’equazione di MM al
posto di V0, ½ vmax ,otterremo che KM=[S].
km=((k-1)+(k2))/k1
La km si può ridurre a ([k-1])/k1)infatti essendo la
k2<<k1 è un fattore trascurabile. K2 è piccolo perché come abbiamo visto
sopra c’è una relazione di proporzionalità inversa tra energia di attivazione e
costante cinetica, e siccome k2 rappresenta la costante dell’equazione che
determina lo stadio lento, avrà un alto valore di ∆G°# e quindi un basso valore
di K2. (K= cost (e^(deltaG°/RT))
Km ci dice l’affinità dell’enzima per il substrato e
corrisponde alla costante di dissociazione del complesso [ES]. All’equilibrio la velocità di formazione del
complesso [ES] sarà uguale alla velocità di degradazione dello stesso e quindi potremo
dire che: k1 [E][S]=(K-1)[ES] perciò k1/(k-1)=([ES])/([E][S])=Kassociazione. Il
reciproco sarà la costante di dissociazione
Avremo la k1, che indica la costante di equilibrio di
formazione di ES, al denominatore, perciò quando km è piccola avremo grande
affinità verso il substrato.
- [S]>>10KM la reazione è efficiente ma non controllabile variando [S] (infatti se S è molto grande, km risulta trascurabile e praticamente tutto l’enzima risulta saturato, quindi la reazione procederà molto velocemente ma anche se aumentiamo la concentrazione di S non ci sarà più enzima da legare al substrato e la velocità sarà già massima)
- [S]<<0,1 KM la reazione non sarà efficiente ma la si può controllare variando [S] (ci sarà poco substrato legato all’enzima quindi avremo una bassa velocità ma si potrà facilmente aumentare regolando la concentrazione di substrato)
- [S] = KM questa situazione è riscontrabile all’interno della cellula e in questo caso avremo una velocità intermedia e allo stesso tempo regolabile a seconda di [S]
Altro parametro fondamentale è la Kcat che esprime quanto
velocemente un enzima può catalizzare una data reazione. Quindi ci dice quanto
efficiente è l’enzima, il numero di eventi catalitici nell’unità di tempo.
Kcat=vmax/[E]tot .
E poiché dall’equazione V(tappa)=k2[ES]
vista precedentemente possiamo dire che k2=v[ES] avremo che alle condizioni in
cui v=vmax e tutto l’enzima è saturato, k2 sarà uguale a kcat.
Sia km che kcat sono costanti specifiche per ogni reazione.
Nonostante ciò il loro rapporto è quasi sempre invariato e oscilla tra 10^7/8
M^(-1) s^(-1).
kcat/km tramite
questo parametro siamo in grado di valutare insieme l’efficienza e la
specificità di un enzima.
No comments:
Post a Comment