La macerazione è una tecnica di estrazione statica a freddo, consistente nel trattare un solvente o più, a temperatura ambiente e in un contenitore ermetico alcune matrici (animali, vegetali o inorganiche) per estrarne determinati componenti.
Il tempo di macerazione varia in base al principio attivo che si cerca di estrarre e anche in base al solvente utilizzato. Il prodotto della macerazione è detto macerato, però nel caso degli estratti vegetali e del solvente utilizzato possono essere: Oleoliti (in un olio vegetale), tinture e tinture madri (in una miscela di acqua e alcol), macerati glicerici (miscela in quantità uguali di alcol etilico, acqua e glicerina), estratti glicolici (glicole propilenico).
Il tempo di macerazione varia in base al principio attivo che si cerca di estrarre e anche in base al solvente utilizzato. Il prodotto della macerazione è detto macerato, però nel caso degli estratti vegetali e del solvente utilizzato possono essere: Oleoliti (in un olio vegetale), tinture e tinture madri (in una miscela di acqua e alcol), macerati glicerici (miscela in quantità uguali di alcol etilico, acqua e glicerina), estratti glicolici (glicole propilenico).
Simili ma differente alla macerazione è la digestione che consiste in una macerazione condotta a temperature del'ordine dei 40-60°C, questa si applica per sostanze poco solubili a freddo e alterabili oltre i 65°C.
E' utilizzata per esempio in enologia, nell'industria cartaria e in ambito cosmetico e farmaceutico che sono quelli che a noi più interessano.
Consiste nel lasciare a contatto per un tempo più o meno lungo, anche due settimane, la droga con il solvente scelto; si utilizza, preferenzialmente rispetto alla spremitura, quando non si ha a disposizione un percolatore, ma anche quando i principi attivi da estrarre sono:
- molto solubili
- alterabili dal calore
- molto volatili
Effettiamo la macerazione in un contenitore di vetro munito di tappo, si può usare facilmente un becker, utilizzando del cotone per sigillare la camera che deve essere ermeticamente chiusa perchè deve saturarsi del vapore del solvente per poter aumentare il potere estraente.
Quanto solvente usare? Non esiste un rapporto teorico ottimale, ma il solvente deve ricoprire la matrice.
Qualsiasi sia la matrice è meglio sminuzzarla, polverizzarla, perchè la macerazione è una tecnica statica perciò non essendoci movimento si formerà una zona di saturazione nella quale il solvente perderà il proprio potere estraente, un accorgimento potrebbe essere agitare ogni tanto in modo da dinamizzare il processo, sminuzzando aumentiamo la superficie a disposizione del solvente per estrarre e eventualmente potremmo mettere in evidenza maggiori quantità di analiti nel caso si trovassero all'interno.
Se effettuiamo la macerazioni con solventi differenti dall'acqua sarebbe meglio usare preparati secchi per evitare l'influenza dell'acqua come solvente.
La macerazione può essere ottimizzata analizzado la natura delle droga e il principio attivo da estrarre. La natura della droga influenza notevolmente l'estrazione.
ex. Se dobbiamo estrarre da tessuti particolarmente coriacei, come radici o corteccia, possiamo tentare l'utilizzo di temperature maggiori della temperatura ambiente, (max 35 °C o staremmo effettuando una digestione) in modo tale da aumentare l'energia cinetica del sistema e dei fluidi.
Il macinare droga come detto in precedenza è un'ottima tecnica di preparazione all'estrazione perchè aumenta l'area superficiale di dissoluzione. La scelta ottimale del solvente richiede particolare attenzione. Il solvente deve essere affine ai principi attivi che vogliamo estrarre ed è anche possibile utilizzare solventi acidi o basici per estrarre quelle sostanze che salificano in quel determinato ambiente.
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