Per poter
leggere e interpretare bene uno spettro NMR, può essere utile seguire uno schema
fisso che ci aiuti ad avere un certo ordine mentale.
Contare
il numero di picchi nello spettro: A ciascun picco corrisponderà un
idrogeno chimicamente diverso dagli altri, più intenso sarà il segnale più
idrogeni ci saranno, se la molecola è nota sapremo dal principio quanti segnali differenti aspettarci.
Calcolare
l’area di ogni picco e l'area totale, confrontandole con il numero di idrogeni presenti
nella formula bruta possiamo capire a quanti idrogeni corrisponde ogni
singolo segnale.
Analizzare la formula bruta e eventuali altri spettri (IR e massa) per individuare i gruppi funzionali e la eventuale presenza
di doppi legami o di anelli, ovvero calcolare il GDI, il grado di insaturazione della molecola.
Partendo
da sinistra ovvero dal segnale degli idrogeni più deschermati che sono quelli legati ai gruppi funzionali:
di additività per capire che tipo di idrogeni danno origine al segnale. si inizierà ad avere un'idea sui gruppi funzionali presenti e sui legami della molecola. Analizzare la molteplicità m di ogni picco per capire quanti idrogeni sono vicini all’idrogeno che da origine al segnale --> formula: H vicini = m
– 1. Questo ci fa capire chiaramente come sono legati tra loro i
frammenti della molecola.
Passo passo è utile scrivere la struttura di ogni piccola porzione di molecola individuata, cominciando dal gruppo funzionale e individuando le sequenze di atomi concatenati sfruttando gli accoppiamenti di spin di idrogeni vicini, si inizia così a ipotizzare una possibile struttura. E' sempre opportuno alla fine verificare che tutti i dati combacino e parliamo quindi di formula bruta, chemical
shift, aree dei picchi e di molteplicità, confrontiamo quelli della molecola che proponiamo con quelli
dello spettro di simulazione online di spettri NMR.
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Blog di chimica - chimica farmaceutica - Chemistry and Pharmaceutical Chemistry blog- Chimica Organica - Organic Chemistry
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lunedì 27 marzo 2017
Come si legge uno spettro NMR?
domenica 26 marzo 2017
Farmacoforo
Un farmacoforo è un'entità che consiste dell'insieme di fattori elettronici e sterici che sono necssari a una molecola per esercitare il suo effetto farmacologico!
Non è quindi una molecola ma qualcosa di astratto, qualcosa che la molecola deve possedere e che ci aspettiamo che molecole con identico meccanismo d'azione e sito d'azione condividano. Più che all'intera molecola si riferisce a una parte della molecola, a quella che interagisce con il bersaglio.
Il farmacoforo è una buona base per iniziare una progettazione farmaceutica, è la parte essenziale, la restante parte della molecola sarà quella modificabile per migliorare aspetti farmacodinamici, farmacocinetici, tossicità, solubilità ect..
Nell'immagine possiamo vedere come più che descrivere che gruppi funzionali specifici siano necessari un farmacoforo descrive che tipo di interazione o gruppo sia necessario, ex un gruppo cationico, un gruppo aromatico.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmacologia/potenza-efficacia-farmaco-39.html
Cinetica - Chimicafisica
Le reazioni chimiche sono processi nei quali, in seguito alla rottura dei legami chimici
esistenti tra gli atomi delle molecole delle sostanze messe a reagire, gli atomi liberati si
arrangiano in modo diverso contraendo tra loro nuovi legami per formare le molecole
delle sostanze finali. Lo studio delle reazioni chimiche si propone essenzialmente due
obiettivi principali, ovvero’:
1. - esaminare quali condizioni debbono essere soddisfatte affinché una data reazione avvenga spontaneamente;
2. - esaminare quali sono i fattori che influiscono sul tempo richiesto affinché una data reazione giunga a completezza
.................Cinetica
1. - esaminare quali condizioni debbono essere soddisfatte affinché una data reazione avvenga spontaneamente;
2. - esaminare quali sono i fattori che influiscono sul tempo richiesto affinché una data reazione giunga a completezza
.................Cinetica
giovedì 23 marzo 2017
Chimica Supramolecolare
Premio Nobel per la Chimica nel 1987 |
La chimica supramolecolare è una branca della chimica oggigiorno in forte espansione.
« Chimica degli aggregati molecolari di più alta complessità risultanti dall'associazione di due o più specie chimiche legate assieme da forze intermolecolari. » |
(Jean-Marie Lehn) |
I materiali si autoriparano così ci cambieranno la vita
di GIULIA BELARDELLI
Mentre la chimica tradizionale studia prevalentemente composti formatisi in seguito a reazioni che modificano la natura dei legami covalenti, la chimica supramolecolare studia le interazioni non covalenti, reversibili tra le molecole, queste interazioni sono alla base degli studi supramolecolari e sono le interazioni deboli che vanno dal legami idrogeno, quello di coordinazione del metallo, le forze idrofobiche,le forze di Van der Waals e infine le interazioni elettrostatiche. Sono interazioni deboli e quindi facilmente reversibili.Un altro concetto molto importante è la complementarietà! Complementarietà tra cariche, forme e proprietà del sistema che stiamo analizzando, tanto che si arriva a parlare di recettore molecolare, questa è una chiara analogia con i sistemi biologici; la chimica supramolecolare è importante perchè le interazioni non covalenti sono cruciali nei processi biologici e questi infatti spesso sono alla base di nuovi studi supramolecolari; per esempio le macromolecole proteiche e gli acidi nucleici sono di natura supramolecolare. Altri casi di chimica supramolecolare possono essere gli eteri a corona (adiuvanti nel solubilizzare certi composti e nel migliorare la nucleofilia) o le ciclodestrine (presentano un cavità poco polare nella quale possoo ospitare molecole apolare, anch'esse sono sfruttate e migliorare la solubilità).
Per studiare complessi e polimeri supramolecolari sono molto importanti la Temperatura, la concentrazione dei monomeri e la polarità del solvente usato (a seconda che possa o meno formare legami H o della sua polarità può competere con i monomeri). In ogni caso sia i monomeri che i polimeri studiati devono essere solubili nel solvente impiegato.
Applicazioni:
- I processi di autoassemblaggio vengono studiati per sviluppare nuovi materiali
- Nanotecnologia
- Catalisi supramolecolare, le interazioni non covalenti vengono sfruttate per favorire reazioni diminuendo l'energia di attivazione (eteri a corona).
- Per creare microambienti di reazione utilizzando micelle e dendrimeri
- Studi farmacologici sulle interazioni farmaco-sito di legame e per realizzare rilascio sito specifico
- Macchine supramolecolari, eseguono funzioni di calcolo trasducendo segnali fotonici elettrici o chimici
martedì 21 marzo 2017
Liposomi: effetto EPR
L'effetto EPR è l'aumentata permeabilità e ritenzione (enhanced permeability and retention (EPR) effect) alla quale vano incontro molecole di certe dimensioni ( come liposomi, nanoparticelle e farmaci macromolecolari) che tendono ad accumularsi nel tessuto tumorale piuttosto che nel tessuto sano.
Il fenomeno è dovuto alle modalità di crescita (molto veloci) delle masse tumorali che stimolano la formazione di vasi sanguigni. La massa tumorale ha bisogno di ossigeno e ammassi tumorali intorno ai 150-200 μm necessitano propri vasi sanguigni per potersi rifornire di ossigeno. I nuovi vasi sanguigni che si formano sono anormali per forma e organizzazione o meglio disorganizzazione, al contrario dei normali vasi che formano una barriera omogenea, questi, posseggono delle fenestrature nell'endotelio vascolare.
Inoltre al tessuto tumorale manca di solito il drenaggio linfatico.
La combinazione di fenestrature e mancanza di drenaggio è appunto l'effetto EPR, le molecole sono troppo grandi per attraversare il normale epitelio mentre possono attraversare quello irregolare delle masse tumorali, una volta nella massa tumorale non possono essere rimossi per mancanza di drenaggio.
Nel caso dei liposomi possiamo sfruttare l'effetto EPR: per evitare che interagiscano con l'endotelio dei vasi, usiamo dei liposomi sufficientemente grandi che possiedano una membrana resistente e meno fluida possibile, che risulteranno avere una scarsa capacità di interazione con le cellule dell'endotelio vascolare e che possano passare soltanto nei distretti tumorali sfruttando le fenestrature presenti.
Si possono calibrare in modo molto opportuno le dimensioni in funzione delle fenestrature presenti perchè la dimensione dei liposomi è molto facilmente modulabile.
Liposomi: Direzionamento Passivo
Liposomi: Direzionamento Passivo
A New Concept for Macromolecular Therapeutics in Cancer Chemotherapy: Mechanism of Tumoritropic Accumulation of Proteins and the Antitumor Agent Smancs
Liposomi: direzionamento passivo
I liposomi hanno una somiglianza molto evidente con le membrane biologiche per composizione, struttura (che ricorda la struttura delle cellule). Quando vennero introdotti in campo farmaceutico si pensava che l'organismo non li riconoscesse come agenti estranei, in realtà i liposomi vengono opsonizzati e catturati dai macrofagi pochi istanti dopo il loro ingresso nel circolo sanguigno.
Nonostante la loro somiglianza strutturale, anche inserendo fosfolipidi scelti per renderli più somiglianti possibili alle cellule i liposomi vengono opsonizzati.
L'opsonizzazione inizialmente può sembrare un limite però in realtà è una possibile e buona strategia per direzionare i farmaci sistema fagocitario mononucleare.
Quindi noi somministriamo dei liposomi contenenti il nostro farmaco e non prendiamo precauzioni (non lo funzionalizziamo) nel giro di pochi minuti vengono marcati dalle opsonine, successivamente riconosciuti dai macrofagi per poi essere fagocitati e trasferiti nei distretti dove verranno degradati o espulsi. Possiamo sfruttare questo processo di direzionamento passivo, senza modificare la struttura dei liposomi per veicolare i farmaci negli organi del sistema immunitario e raggiungere l'obiettivo terapeutico.
Liposomi: Effetto EPR
Aulton - Tecnologie farmaceutiche: Progettazione e allestimento dei medicinali - Michael E. Aulton,Kevin M.G. Taylor
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1755943
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3599573/pdf/1556-276X-8-102.pdf
Nonostante la loro somiglianza strutturale, anche inserendo fosfolipidi scelti per renderli più somiglianti possibili alle cellule i liposomi vengono opsonizzati.
L'opsonizzazione inizialmente può sembrare un limite però in realtà è una possibile e buona strategia per direzionare i farmaci sistema fagocitario mononucleare.
Quindi noi somministriamo dei liposomi contenenti il nostro farmaco e non prendiamo precauzioni (non lo funzionalizziamo) nel giro di pochi minuti vengono marcati dalle opsonine, successivamente riconosciuti dai macrofagi per poi essere fagocitati e trasferiti nei distretti dove verranno degradati o espulsi. Possiamo sfruttare questo processo di direzionamento passivo, senza modificare la struttura dei liposomi per veicolare i farmaci negli organi del sistema immunitario e raggiungere l'obiettivo terapeutico.
Liposomi: Effetto EPR
Aulton - Tecnologie farmaceutiche: Progettazione e allestimento dei medicinali - Michael E. Aulton,Kevin M.G. Taylor
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1755943
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3599573/pdf/1556-276X-8-102.pdf
domenica 19 marzo 2017
Liposomi
I liposomi sono delle strutture di aggregazione
di fosfolipidi in acqua che sono diversi rispetto ai classici fosfolipidi
che, in acqua per minimizzare il contatto con l'acqua delle code idrofobiche
danno origine a micelle.
Nel caso dei fosfolipidi, abbiamo due
catene apolari, la loro conformazione geometrica non gli permette di chiudersi a
formare delle micelle bensì permette di formare dei doppi strati, dove le code
idrofobiche degli acidi grassi che esterificano gli ossidrili in posizione 1 e 2 del
glicerolo si interfacciano, mentre, le porzioni polari sono
rivolte a contatto verso l'acqua.
C'è soltanto una interazione sfavorita lateralmente
che porta questi sistemi a chiudersi con l'ausilio di un piccolo contributo energetico dando origine ai liposomi.
I liposomi sono molto utili nelle strategie formulative, infatti sono eccellenti strutture per trasportare i farmaci, perchè abbiamo detto possono sciogliere farmaci idrofili nella
cavità acquosa e farmaci idrofobici nelle catene idrofobiche dei fosfolipidi inoltre possono trasportare disciolti anche farmaci anfipatici che si possono ripartire tra le due regioni del sistema.
I liposomi sono molto utili anche come modello di membrana, infatti hanno
una somiglianza strutturale con le membrane biologiche, la
conformazione del liposoma, così come quella di altre strutture di natura lipidica, può essere modulata con l'aggiunta di colesterolo che li rende più simili alle membrane biologiche sia per proprietà che per composizione.
Possono essere anche utilizzati come modello per studi per esempio di
interazione di membrane biologiche con i farmaci.
La somministrazione
endovena di liposomi che si utilizza per il direzionamento sito-specifico non è l'unico modo di utilizzare i liposomi per il trasporto di farmaci infatti possono essere anche utilizzati per l'applicazione topica: in commercio ci sono dei prodotti a base di liposomi (Pevaryl lipogel, usati per trasporto di un agente antifungino).
Possono essere usati anche per via inalatoria: sottoforma di spray, di areosol per la somministrazione nasale, polmonare, in funzioni delle dimensioni si va via via
sempre più in profondità come quando si ha a che fare con la nebulizzazione.
Possono essere somministrati per la via orale, che è la via in cui
sono più difficilmente utilizzati infatti i sistemi liposomiali sono molto sensibile al
pH e all'azione degli enzimi, non hanno perciò una grande stabilità all'ambiente
gastrointestinale, possono comunque essere utilizzati anche per questa via.
In generale i liposomi sono dei sistemi biocompatibili e biodegradabili, possono avere dimensioni
che vanno da 30-40 nm fino a diversi micron, quindi possono essere utilizzati
in un range dimensionale molto ampio, essendo biodegradabili non hanno bisogno, anche se
innietati in distretti particolari, di essere allontanati per filtrazione renale,
vengono anche degradati e eliminati sotto forma di
monomeri.
Rispetto ad altri sistemi a rilascio modificato dei farmaci, hanno
una grandissima versabilità applicativa:
● Possiamo avere dimensioni da pochi nm a diversi
micron, possiamo avere dimensioni in funzioni dell'obiettivo.
● Possiamo cambiare il numero delle lamelle, abbiamo liposomi unilamellari,
oligolamellari, multilamellari e attraverso determinati metodi di preparazione si può ottenere un numero controllato di lamelle
e quindi una capacità di trasporto di farmaci che può essere modulata.
● Possono essere carichi superficialmente, perchè il
gruppo fosforico già di per sé carico, può essere
esterificato con diversi gruppi carichi differentemente a seconda delle necessità e questo può servire
per interagire elettrostaticamente con tessuti, gruppi cellulari che
abbiano una carica particolare.
● Possiamo modificare la fluidità e rendere più o meno stabile la
membrana che quindi tratterrà il farmaco in modo differente, per esempio c'è la
possibilità di utilizzare il colesterolo per modificare la fluidità della
membrana, ma possiamo utilizzare fosfolipidi
a differenti temperature di transizione che si trovino allo
stato di gel più stabile o allo stato di cristallo liquido, allo stato di cristallo
liquido sono più permeabili e allo stato di gel sono meno permeabili.
● E' possibile funzionalizzare la superficie senza modificare le caratteristiche chimico-fisiche del sistema infatti i liposomi sono degli aggregati molecolari di grandi dimensioni, che possono sopportare, mantenendo invariate le loro proprietà delle molecole molto grandi come anticorpi monoclonali, questo permette di raggiungere un direzionamento sito specifico ad alta selettività.
●Essendo strutturalmente molto simili alle membrane cellulari, i liposomi, possono interagire con le cellule in diversi modi e la possibilità di attraversare
l'endotelio dei vasi anche senza l'effetto EPR.
Modalità di interazione con le cellule :
- Endocitosi.
- Adsorbimento, (favorito dalla somiglianza strutturale) può avvenire sia un attraversamento da parte del liposoma, che solo il passaggio del contenuto del liposoma per diffusione.
- Fusione tra la membrana liposomiale e la membrana cellulare. Questo meccanismo può permettere una diffusione dall'endotelio vasale e perciò consentire una extravasazione del contenuto.
- Trasferimento reciproco di lipidi
- Cammino attraverso pori. Ci sono dei piccoli pori con dimensioni che dipendono dal distretto vascolare, di non più di 10-20 nm, solitamente le FFRM sito-specifico non possono passare attraverso però i liposomi non sono rigidi, sono flessibili, si adattano alla forma dei pori e passano secondo gradiente allungandosi.
Se sono preponderanti componenti più flessibili il passaggio tra
i pori è favorito,mentre se abbiamo una grande somiglianza
strutturale con le membrane biologiche sarà favorito lo scambio o la fusione, tutto dipende dalla progettazione e dal target terapeutico.
Perchè utilizzarli per FFRM parenterale?
- Direzionamento
- Solubilità di farmaci
- riduzione della tossicità, perchè il farmaco viene rilasciato solamente nel sito attivo.
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